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martedì 25 gennaio 2011
Commento a "Las curvas antes que el currículo" de Il Pais
Commento a "Las curvas antes que el currículo" de Il Pais
L'articolo del Il Pais che abbiamo postato poc'anzi è un esempio, a nostro avviso, di un articolo tendenzioso e retorico. In quanto si arroga il diritto di parlare a nome di tutti, anche a nome di tutte quelle donne che non si riconoscono nella critica di Lucia Magi (autrice dell'articolo). Non tutte le donne cavalcano l'onda che l'articolo intende cavalcare. Ci sono donne che amano fare le pornostar quanto le veline. Ci sono donne che amano fare le casalinghe (con la donna di servizio) invece che lavorare. Ci sono donne (e uomini) che amano prostituirsi piuttosto che lavorare. Si preferisce fare la moglie del calciatore o del tronista o del presidente degli Stati Uniti o di quello della Francia invece che essere indipendenti e avere un lavoro normale....E' una loro scelta. E' una scelta fatta all'interno di una società mainstream che l'articolo intende criticare, che è poi la stessa cultura in cui vive anche la tanto scandalizzata Concita di Gregorio e da cui pretenderebbe dissociarsi. Ma la cultura mainstream, ci si dimentica ha un softpower che è quello che rende appetibile il mainstream (americano) in paesi del Medio Oriente e che porta ad innovare lentamente e lentamente distruggere in quei paesi una schiavitù della donna forse ben più pesante. E' quella cultura che esporta la democrazia in quei paesi in cui non c'è.
Che Berlusconi sia un favoreggiatore della prostituzione è tutto da dimostrare e non è scontato come invece l'articolo lo dà per scontato. Che Berlusconi sia il responsabile numero uno del "degrado" dei valori tradizionali non vi ha dubbio. Lo è, perché ha iniziato dagli anni Ottanta con le sue tv private a divulgare quei valori che la Magi e la di Gregorio criticano. Ma la mia domanda è: è un degrado? E' un degrado internet degli anni 2005-2010 (Web2.0 - HOMO DIGITALIS) rispetto agli anni Novanta? Io credo di no. L'uomo degli anni Novanta era un uomo sonnacchioso e passivo che trascorreva il suo tempo davanti alla tv e non leggeva e non partecipava della sua individualità il mondo. L' HOMO DIGITALIS è invece un uomo che legge. Legge in internet secondo i tempi ed i modi del Web2.0, ma legge, riflette in mdo emotional (ma riflette) e partecipa della propria individualità il mondo (lo compartisce = tagging).
L'articolo della Magi è quello di un laudator temporis acti. Perché invece di criticare continuamente i valori del presente rispetto al passato non si cerca di leggerli secondo le modalità correnti che si impongono? Perché si continua la retorica del parlare a nome di tutti quando l'HOMO DIGITALIS è un uomo che può compartire (tagging) e parlare individualmente e individualmente giustificare il suo tag hic et nunc (perché ne ha i mezzi, OGGI)?
Se la donna usa il suo corpo come curriculum, questo è un modo di compartire la propria individualità secondo le modalità dell'epoca. Il corpo non è più il medium, il corpo è il messaggio. Mostro il mio corpo ergo sum. Ergo partecipo del mondo. E' la modalità del Web2.0 che si è imposta e questa è la modalità in actu.
Fabrizio Ulivieri