venerdì 29 ottobre 2010

Berlusconi dismisses new escort claims as trash

Berlusconi dismisses new escort claims as trash


Milan, Oct 29 (IANS/AKI) Italy's flamboyant Prime Minister Silvio Berlusconi Thursday dismissed as 'media trash' allegations of sexual antics with various women, including a 17-year-old Moroccan girl called Ruby at his Milan villa during what he called 'Bunga Bunga' nights.

Berlusconi replied to a question about the news reports during a press conference on the ongoing garbage crisis in the southern Italian city of Naples.


'I have a big heart and I try to help people in need,' Berlusconi said in comments broadcast live by Italy's Sky TG24.


'But I'm here to talk about real trash, and I'll leave the media trash to all of you.'


Italian newspapers Il Fatto Quotidiano and La Repubblica have carried stories in the last two days based on claims by Ruby, an aspiring showgirl, who said she visited 74-year-old Berlusconi's villa in Arcore near Milan three times when she was 17.


Ruby, now an adult, claimed she and other women, who included escorts and several cabinet ministers, were at Berlusconi's villa when the 'Bunga Bunga' sex game was played. Berlusconi allegedly said Libyan leader Muammer Gaddafi had taught him the game.


She claims he showered her with gifts of Rolex watches and Bulgari, Damiani and Dolce&Gabbana jewellery and clothes as well as over 150,000 euros in cash. He said he would buy her a beauty parlour and told Ruby to say she was the niece of Egyptian president Hosni Mubarak, the newspaper reports cited her as saying.


Ruby was part of a circle of aspiring models and actresses who were allegedly introduced to Berlusconi by a prominent show business agent, Lele Mora, and by prominent TV host Emilio Fede. Fede is 79.


The undocumented Moroccan teenager was picked up several times by police, suspected of theft and burglary. But each time, she was allegedly released after police received a call from the Italian cabinet offfice saying she was Mubarak's niece.


Magistrates cautioned that the Moroccan woman's claims could be part of a plot to blackmail the premier or an attempt to launch herself into the media spotlight.


Prosecutors are reported to be probing Mora, Fede and Berlusconi's former dental hygienist, Nicole Minetti, for abetting prostitution.


Minetti was elected aged 25 as a councillor for the northern Lombardy region surrounding Milan.


Berlusconi's lawyers Niccolo Ghedini and Piero Longo said in a statement Wednesday that the allegations reportedly made by Ruby were 'unfounded'.


Berlusconi was previously linked to teenage Naples lingerie model Noemi Letizia, whose 18th birthday party he attended in 2008 and whom he gave a 6,000 euro gold and pearl pendant.


She said she called him 'Papi' meaning 'Daddy' in English.


Escort Patrizia D'Addario alleges she had sex with Berlusconi at his residence in Rome in November 2009. She released tapes of their encounter to media. Berlusconi has said he is 'no saint' but has never paid a woman for sex or had 'improper' relations.

(From “The Guardian” 2010-10-29)

Da Nord a Sud otto procure contro Berlusconi Ma Ruby: "Usata dal pm per colpire il premier"

Da Nord a Sud otto procure contro Berlusconi Ma Ruby: "Usata dal pm per colpire il premier"

 Roma - È il pericolo pubblico numero uno. L’Al Capone dei palazzi di giustizia italiani. L’uomo che da quindici anni tutti cercano di incastrare, la magnifica preda delle toghe italiane, il sogno proibito dei procuratori, il politico su cui pende una taglia indefinita ma di sicuro molto molto alta. Su Silvio Berlusconi indagano otto procure italiane. Da Sud a Nord: Caltanissetta, Palermo, Napoli, L’Aquila, Roma, Perugia, Firenze, Milano. Una topografia del teorema giudizia­rio, una rete di magistrati che accumula faldoni su faldoni, ipotizza reati, interroga testimoni, si lavora pentiti, dà credibilità a pers­onaggi che spesso non mostrano di meritarla. Il tutto per stringere al collo del presidente del Consiglio, inattaccabile dal punto di vista politico ed elettorale, un cappio di tipo giudiziario. Una situazione molto simile al 1992-93, all’assalto giudiziario di Tangentopoli e al fallimentare attacco al «mafioso» Giulio Andreotti, nell’epoca fino a ieri più forcaiola della storia recente dell’Italia.

Negli atti delle otto Procure c’è di tutto:evasione fiscale,rapporti con la mafia, molestie a minorenni, tangenti, appalti truccati. Nulla di intentato per far cadere il Cav. In qualche caso il coinvolgimento del premier è diretto, in prima persona. In molti altri il nome di Silvio Berlusconi non compare, ma lui si staglia sullo sfondo come bersaglio grosso. Ecco nel dettaglio cosa c’è sul tavolo delle otto Procure all’assalto di Berlusconi.

Caltanissetta e Palermo
Le due Procure siciliane ronzano da anni attorno al nome di Berlusconi, cercando (invano) la pistola fumante, la prova dei rapporti pericolosi del premier con la mafia.Non contenti dell’archiviazione a Caltanissetta come mandante delle stragi del 1992-93 si sono concentrati su Marcello Dell’Utri, collaboratore di Berlusconi sin dai tempi di Publitalia e Fi­ninvest e attualmente senatore del Pdl. Nello scorso giugno la Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Cl+audio Dall’Acqua, ha condannato a sette anni Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Ma le due Procure non si accontentano e continuano a scavare: l’uomo chiave nel teorema antiberlusconiano è Massimo Ciancimino, il figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito, che da qualche tempo ha ritrovato la parola, tratteggiando in modo oscuro l’ambiente nel quale maturò la stagione delle stragi nel 1992-93. Ciancimino è stato ritenuto poco affidabile proprio dalla Procura di Palermo e almeno uno dei tanti documenti da lui prodotti, quello che avrebbe dovuto dimostrare l’esistenza di rapporti tra Ciancimino senior e Berlusconi, si è rivelato un grossolano falso.

Napoli
La Procura del capoluogo campano ha scelto Il Giornale per colpire Berlusconi. Il 7 ottobre scorso i carabinieri del Noe perquisiscono la redazione milanese. Su mandato emesso dai pm Vincenzo Piscitelli e John Henry Woodcock e vistati dal procuratore Giovandomenico Lepore, cercano prove di un fantomatico dossier contro la presidente di Confindustria Emma Marce­gaglia, vendetta trasversale per alcune sue dichiarazioni critiche contro Berlusconi. Il direttore responsabile Alessandro Sallusti e il vicedirettore Nicola Porro scoprono di essere indagati per concorso in violenza privata. L’indagine scaturisce da alcune intercettazioni disposte nell’ambito di un’altra inchiesta e si fonda su alcune frasi pronunciate in tono scherzoso da Porro e interpretate come minacciose dai magistrati napoletani. Che mostrano una certa fretta e pochi giorni dopo interrogano in qualità di persone informate dei fatti Mauro Crippa, direttore generale Informazione Mediaset, Giancarlo Coccia, direttore dell’area Qualità e ambiente di Confindustria e Rinaldo Arpisella, addetto stampa del Gruppo Marcegaglia, con cui Porro avrebbe avuto la fatidica conversazione telefonica.

L’Aquila
Anche qui si cerca di colpire per interposta persona. La procura del capoluogo abruzzese indaga infatti su presunte irregolarità negli appalti per la ricostruzione del dopo-terremoto. Tra gli indagati c’è Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl.Ma l’inchiesta lambisce anche Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che ha partecipato il 12 maggio 2009, a una riunione svoltasi a Palazzo Chigi nella quale furono creati i presupposti per la nascita del «Consorzio Federico II», al centro dell’inchiesta. Di Letta si è anche detto che sarebbe il Gianni che, in una telefonata tra Verdini e l’imprenditore Riccardo Fusi, avrebbe «portato tutto a Bertolaso». Ma questa tesi, e in generale il coinvolgimento di Letta nella vi­cenda, non sono mai stati dimostrati.

Roma
Silvio Berlusconi e il figlio Piersilvio sono indagati dalla Procura ca­pitolina nell’ambito di un filone dell’inchiesta milanese sulla compravendita dei diritti Mediaset. I reati contestati sono evasione fiscale e violazione di norme tributarie. L’ipotesi è che siano stati gonfiati i prezzi dei diritti tv acquistati negli Stati Uniti per aumentare le detrazioni fiscali. Il difensore del premier, Niccolò Ghedini, taglia corto: «I prezzi dei diritti erano congrui, ci aspet­tiamo una pronta archiviazione».

Perugia e Firenze
Le due Procure lavorano all’inchiesta sulla cosiddetta «cricca», che avrebbe gestito alcuni grandi eventi-tra cui il G8 alla Maddalenae la ricostruzione all’Aquila, anteponendo all’interesse pubblico quelli dell’imprenditore Diego Anemone, vero uomo-chiave della vicenda assieme a Angelo Balducci, presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici. L’inchiesta lambisce Guido Bertolaso, sottosegretario alla Protezione civile con delega alle emergenze, uomo di fiducia di Berlusconi, che quando viene raggiunto da un avviso di garanzia si dimette. Le sue dimissioni sono però respinte dallo stesso Berlusconi. L’indagine parte dalla procura toscana, e si sposta in Umbria quando nell’inchiesta finisce il magistrato romano Achille Toro.

Milano
È la Procura più attiva sulle attività di Silvio Berlusconi. L’ultimo fascicolo riguarda la vicenda di Ruby, la ragazza marocchina ancora minorenne dell’ entourage di Lele Mora chein modo confuso e contraddittorio ha raccontato di presunti festini a luci rosse ad Arcore. Ma i giudici milanesilavorano anche al filone principale dell’inchiesta su Mediaset e all’inchiesta Mediatrade su presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv per creare fondi neri, per il quale Berlusconi è indagato con il figlio Piersilvio e altri dieci. E c’è Berlusconi anche sullo sfondo dell’indagine per riciclaggio della Banca Arner, la banca d’affari di cui il premier è cliente e a cui sarebbe legata la società Flat Point Development da cui Berlusconi ha comprato alcune ville ad Antigua.

(Da “Il Giornale” 29/10/2010)

L'agence mondiale antidopage veut des contrôles de nuit sur le Tour

L'agence mondiale antidopage veut 
des contrôles de nuit sur le Tour



La politique de contrôles antidopage lors du Tour de France gagnerait à être
moins prévisible et plus agressive, estiment dans un rapport publié jeudi 28 octobre les observateurs indépendants de l'Agence mondiale antidopage (AMA), lesquels suggèrent même de déranger en pleine nuit les coureurs suspects.

L'Union cycliste internationale (UCI), qui avait été accusée en 2009 d'incompétence et de favoritisme par l'Agence française de lutte contre le dopage, avait invité l'AMA à venir surveiller la Grande Boucle en juillet, dans l'espoir de faire taire les critiques. Les six observateurs qui se sont succédé par équipes de trois sur l'épreuve jugent que "le programme antidopage sur le Tour 2010 était de bonne qualité" dans l'ensemble et que rares sont les fédérations sportives internationales à mener une politique antidopage aussi poussée que dans le cyclisme.

DES CONTRÔLES TROP PRÉVISIBLES

S'ils ne relèvent aucune erreur majeure ou défaillance grossière durant ces trois semaines, ils insistent cependant sur "la nécessité pour l'UCI de varier le plan de distribution des contrôles afin d'en réduire ou d'en supprimer le caractère prévisible". Selon eux, les contrôles inopinés étaient cette année même presque attendus par les coureurs puisqu'ils surviennent toujours avant les étapes difficiles, notamment celles de montagne, ou pendant les jours de repos.

Ils notent aussi que quelques coureurs, qu'ils ne nomment pas et sur lesquels pesaient de forts soupçons, n'ont été contrôlés par surprise que de rares fois. L'un d'eux a même échappé à tout contrôle entre avril et le début du Tour. Prônant "une approche plus agressive", les observateurs invitent l'UCI à "considérer sérieusement de mettre fin à la règle informelle et au confort voulant que les coureurs ne soient pas contrôlés au milieu de la nuit comme ils le savent tous bien." Leur rapport évite de s'étendre sur le contrôle anormal de l'Espagnol Alberto Contador, le vainqueur de l'épreuve, dont le cas est toujours sous investigation.

(Da « Le Monde » 29/10/2010)

Pierre Zaoui - Le nouveau maître à penser ?


La Traversée des catastrophes
Pierre Zaoui


Sciences humaines / Philosophie

Date de publication : 07/10/2010

EAN13 : 9782021029833
 
Comment survivre à la vie ? Car la vie finit mal, se passe mal aussi parfois, avec ruptures, chagrins, deuils, maladies, et mort. Comment traverser ces catastrophes ? Avec l’aide de la foi, qui donne sens à ce qui n’est que souffrance ? Mais qu’en est-il de l’athée ? S’il veut être cohérent, il ne doit pas chercher à donner un sens à ces souffrances, à leur trouver une justification mais il ne peut faire fond que sur l’absurdité de la vie. Quelle fécondité trouver aux vies abîmées ? Comment penser la mort et la douleur ? Comme ce qui est étranger à la vie, comme ce qui ne la concerne pas. Sans pour autant faire comme si cela n’était rien. Il faudrait donc tenir ensemble la réalité terrifiante du malheur et la valeur absolue de la vie, qui seule importe.

Un essai de philosophie athée rigoureuse, qui pose la question essentielle : à quoi bon vivre ?

martedì 26 ottobre 2010

Oggi i nostri patrioti hanno nomi stranieri Emmott, Abravanel, Ginsborg, Marchionne 1) - Italia decisiva per il progresso di tutti 2) - Viviamo nel miglior mondo di sempre 3) - Ora classe politica is unfit to continue E’ necessario il rinnovamento (di qualità) : il Politico.it




 DA www.ilpolitico.it






Oggi i nostri patrioti hanno nomi stranieri Emmott, Abravanel, Ginsborg, Marchionne 1) - Italia decisiva per il progresso di tutti 2) - Viviamo nel miglior mondo di sempre 3) - Ora classe politica is unfit to continue E’ necessario il rinnovamento (di qualità) : il Politico.it:

Irak condena a pena de muerte a Tareq Aziz, mano derecha de Sadam Husein

Irak condena a pena de muerte a Tareq Aziz, mano derecha de Sadam Husein

El ex viceprimer ministro iraquí estaba acusado de persecución a partidos islámicos chiíes

Tariq Aziz, el rostro internacional del régimen de Sadam Husein, ha sido condenado a pena de muerte en Irak por su relación con la depuración de los partidos islámicos chiíes, según la televisión iraquí Al Iraqiyal. Aziz ha sido condenado a morir en la horca por el Tribunal Penal Supremo junto al antiguo ministro de Interior Saadun Shaker y el secretario personal del ex dictador Husein.

Sobre el viceprimer ministro iraquí pesaban dos condenas de cárcel por su vinculación con ejecuciones extrajudiciales y el desplazamiento forzado de kurdos. Aziz, de 74 años, había sido condenado hace dos años a 15 años de cárcel por haber ordenado la ejecución de 42 comerciantes en 1992. Otros siete ex altos cargos de Sadam Husein, entre los que se encuentra el ex ministro de Defensa, Alí Hasan al Mayid, más conocido como Alí el Químico, estaban también acusados del mismo delito.

Los comerciantes, que vendían bienes de primera necesidad, fueron juzgados en un proceso sumario por un tribunal de seguridad nacional que les negó el derecho de apelar. Durante el juicio, que aprobó la ejecución de las 42 personas, Aziz era ministro de Exteriores y artífice de la política exterior del régimen de Sadam Husein, derrocado por EE UU en 2003 y ejecutado en diciembre de 2006 después de haber sido declarado culpable de crímenes contra la humanidad.

Cristiano al servicio de Sadam

Tarik Aziz era el cristiano al servicio del régimen de Sadam Husein. Viceprimer ministro y miembro del Consejo del Mando de la Revolución iraquí, nació en Mosul, al norte de Bagdad, en 1936. Procedente de una familia humilde de cristianos caldeos, su nombre original era Mijaíl Johanna, y era el único miembro de esa confesión en el Gobierno iraquí.

Diplomado en Literatura Inglesa por la Universidad de Bagdad, se afilió siendo joven al partido Baaz, donde a finales de los años cincuenta conoció a Sadam Husein. Por entonces trabajaba como periodista en los órganos oficiales del partido, hasta que en 1958 se convirtió en el editor de su principal órgano de prensa, Al-Thawra.

En 1974 fue nombrado ministro de Información iraquí, y entre 1979 y 1983 desempeñó el cargo de viceprimer ministro. A continuación y hasta 1991 ejerció como ministro de Asuntos Exteriores, y como tal fue el encargado de negociar el alto el fuego en la guerra contra Irán. Con motivo de la invasión iraquí de Kuwait, el 2 de agosto de 1990, condujo las fracasadas negociaciones para evitar el conflicto bélico. Después retomó su cargo como viceprimer ministro hasta el colapso del régimen tras la entrada de los soldados estadounidenses en Bagdad.

Aziz había dicho que nunca se exiliaría y que "preferiría morir antes que ir a Guantánamo" como prisionero de guerra de Estados Unidos. Era probablemente uno de los rostros más conocidos del régimen de Sadam Husein, después del propio ex dictador, ya que fue su consejero durante más de 20 años, a pesar de que en los últimos tiempos no tenía mucho poder el régimen depuesto.

(Da “El Pais” 26/10/2010)

Wie der Alltag unseren Schlaf bestimmt


  


Wie der Alltag unseren Schlaf bestimmt
  
Jeder hat ihn, jeder braucht ihn: Doch wie lange, wann und wo der Mensch schlummert, gibt das Umfeld vor. Auftakt eines ZEIT-ONLINE-Schwerpunktes zum Thema Schlaf.


Warum schlafen wir? In den kommenden Tagen widmen sich ZEIT ONLINE und DIE ZEIT intensiv dem Thema Schlaf. In Interviews, Videos, Reportagen und Umfragen klären wir die wichtigsten Fragen rund um den Zustand, in dem wir gut ein Drittel unseres Lebens verweilen. Wie erklären Hirnforscher den Schlaf, gibt es die produktive Siesta und was kostet die Wirtschaft unsere Müdigkeit? Zum Auftakt hat unsere Autorin Alina Schadwinkel dem Schlummern in verschiedenen Kulturen nachgespürt.

Schlaf ist ein globales menschliches Bedürfnis, seit Anbeginn der Zeit. Ob Schlaf in Schichten in der Antike, Tragbetten zu Zeiten der Römer, Schlafentzug mit Beginn der Industrialisierung oder die calvinistische Arbeitsethik im Silicon Valley: Dass der Mensch schlafen muss, ist unumstritten. Aber auf das "wie?" gibt es die unterschiedlichsten Antworten.

"Im Laufe der Jahrhunderte gab es dramatische Veränderungen im Schlafverhalten. Zum Beispiel war es in Europa bis zum 18. Jahrhundert weit verbreitet, in zwei Schichten zu schlafen", sagt der Mathematiker und Gesundheitswissenschaftler Timothy Olds von der University of Southern Australia. Schon die Griechen waren es lange vor Christi Geburt gewohnt, auch nachts stundenlang wach zu sein. In dieser Zeit wurde gebetet, Träume diskutiert, Nachbarn besucht und Bier gebraut.

In den folgenden Jahrhunderten änderte sich dies radikal. Wer zweimal täglich schlummerte, galt als faul und unproduktiv, schließlich wurde kostbare Zeit einfach nutzlos vertan. "Jeder handhabt den Umgang mit Schlaf halt ein wenig anders", sagt Olds. Er untersucht das Schlafverhalten von Kindern weltweit. Olds und seine Kollegen durchforsteten 30 Studien aus 20 Ländern, die von den Schlafgewohnheiten der vergangenen 30 Jahre berichten. Die heutige Generation poft demnach pro Nacht gut 20 bis 30 Minuten weniger als ihre Eltern.

Auch kulturell gibt es scheinbar gravierende Unterschiede. So schlafen Kinder in Asien gut 60 bis 120 Minuten pro Nacht weniger als jene in Europa. Amerikanischer Nachwuchs bleibt im Schnitt rund 40 bis 60 Minuten länger im Bett als ihre Altersgenossen in Fernost. Schulkinder in Korea ratzen während der Prüfungsphasen laut einer Studie nur vier bis fünf Stunden pro Nacht in der Woche, jedoch 13 Stunden am Wochenende, um den Verlust wieder auszugleichen. Und "in Japan ist es normal, dass Kinder in der Schule schlafen. Es zeigt, dass sie nachts fleißig waren, wenn sie im Unterricht einnicken", erklärt Olds. In Amerika und vielen Ländern Europas hingegen zähle dies als ein Zeichen von Schwäche.

Dabei ist die "Siesta" in den südlichen Ländern Europas noch immer Kulturgut, selbst wenn sich in Großstädten langsam weniger Menschen am Nachmittag dösen. Auch in einigen Ländern Südamerikas gehört die Mittagspause samt Kurzschlaf noch heute zum Alltag und in Irland gab es bis in die 1980er noch eine "ruhige Stunde".

Wer schläft ist nicht nur selig, sondern mitunter auch reich, zeigen Studien. Eine australische Umfrage hat ergeben, dass Kinder aus wohlhabendem Hause mehr schlummern, als solche aus ärmlicheren Verhältnissen. "Womöglich können besser verdienende Eltern ihren Kindern eher einen geregelten Alltag bieten. Und sie achten vielleicht stärker darauf, dass ihr Nachwuchs genügend Schlaf bekommt", sagt Olds. Auch wer als Kind ein Einzelzimmer bekommt, ist im Vorteil. "Es ist erwiesen, dass Menschen in Gesellschaft unruhiger schlafen, als wenn sie ein Zimmer ganz für sich allein haben."

Erst nach dem Zweiten Weltkrieg wurde das "persönliche" Bett zum Allgemeingut. Und erst im 19. Jahrhundert wurden private Schlafzimmer, wie wir sie heute kennen, generell üblich. Zuvor pflegte man in den Gemächern auch Gäste zu empfangen und Sonnenkönig Louis IVX. fällte sogar Urteile während er in einem seiner 413 Betten lag.

Nicht allein die Sprungfeder-Matratze, patentiert im Jahr 1865, brachte bald darauf neue Gewohnheiten in die Schlafzimmer. "Coffeinization und Electrification sind die zwei Dinge, die unser Schlafverhalten in den letzten Jahrzehnten maßgeblich beeinflusst haben", sagt Olds. Doch alles begann mit der Erfindung der Gaslampe 1807. Pall Mall in London war die erste Gegend weltweit, deren Straßen mit den leicht entzündlichen Gasfunzeln beleuchtet wurde. Nach 1879 wurden die brandgefährlichen Lampen durch Thomas Edisons Glühbirne ersetzt, die nach und nach in die Häuser einzog. Das Licht in der Nacht machte nicht nur die Städte sicherer, gleichzeitig konnten die Leute noch arbeiten, nachdem die Sonne längst untergegangen war.

"Es gibt eine Studie, die belegen will, dass die Amerikaner nach dieser Erfindung im Schnitt drei Stunden weniger schliefen als zuvor", sagt Olds. Ob der Bruch tatsächlich so gravierend war, vermag er nicht zu sagen. Sicher ist jedoch, dass das Volk der Inuit seine Schlafgewohnheiten komplett umstellte, als sie das künstliche Licht bekamen: Schliefen sie abhängig von der Jahreszeit im dunklen arktischen Winter noch 14 Stunden und nur sechs im Sommer, gewöhnten sie sich in den 1960er Jahren ganzjährig den Acht-Stunden-Schlaf an.

Kaffee ist die zweite treibende Kraft, die uns mittlerweile um den Schlaf bringt, sagt Olds: "Koffein ermöglicht es uns, länger wach zu sein – den Grund dazu, lieferte uns auch die Elektrizität." Seit Beginn des 20. Jahrhunderts, vor allem aber seit den 1980er Jahren und dem Computerzeitalter beobachten Schlafforscher eine für sie beunruhigende Entwicklung. "Die Menschen arbeiteten immer länger, um Erfolg zu haben und verschreiben sich der Arbeit zu jeglicher Tages- und Nachtzeit."

Silicon Valley, das Mekka der Computerspezialisten und Softwareprogrammierer ist das Musterbeispiel solch calvinistischer Arbeitsethik. "Schlaf ist Zeitverschwendung. Und unproduktiv", schreibt Programmierer Louis Gray, in seinem Blog. "Es war eine Ehre lange zu arbeiten und sogar nachdem man das Büro verlassen hatte, wurde davon ausgegangen, dass man abrufbereit steht für neue Ideen, Veröffentlichungen oder Anliegen von Verbrauchern", erinnert er sich an den Dot.com-Taumel der 1990er. Nun, da jede weitere Stunde im Büro oder daheim am Laptop einen Verzicht auf die Familie bedeute, träume er davon, ein Team zu finden, das Schlafsäcke unter den Schreibtischen auf Lager hat. So soll es schon Jerry Yang, der Mitbegründer des Internetdienstes Yahoo, gemacht haben.

(Da „Die Zeit Online“ 26/10/2010)

Cambia il pianeta immigrazione quasi 5 milioni i "nuovi italiani"



Cambia il pianeta immigrazione
quasi 5 milioni i "nuovi italiani"







I dati Caritas sui cittadini di origine straniera che vivono nel nostro Paese. Rappresentano il 10% degli occupati, incidono per l'11,1% sul pil, sono titolari del 3,5% delle imprese. E dichiarano al fisco un imponibile di oltre 33 miliardi di euro

di VLADIMIRO POLCHI
  
ROMA - Cambia il pianeta immigrazione e diventa sempre più popoloso. Quanti sono oggi i "nuovi italiani"? Sfiorano soglia 5 milioni, 570mila sono nati in Italia, quasi un milione sono minorenni. Cresce il loro contributo alla ricchezza del Paese: i cittadini d'origine straniera sono il 10% degli occupati, incidono per l'11,1% sul prodotto interno lordo, sono titolari del 3,5% delle imprese, pagano 7.5 miliardi di euro di contributi previdenziali e dichiarano al fisco un imponibile di oltre 33 miliardi di euro. A fotografare la galassia migrante è il Dossier Caritas/Migrantes 2010, giunto quest'anno alla XX edizione: una sorta di "Bibbia" per chiunque si occupi d'immigrazione in Italia.

I "nuovi italiani". All'inizio del 2010 l'Istat ha registrato 4 milioni e 235mila residenti stranieri. Diversa la stima del Dossier che, includendo tutte le persone regolarmente soggiornanti seppure non ancora iscritte all'anagrafe, arriva a una popolazione di 4 milioni e 919mila abitanti. L'aumento dei residenti è stato di circa 3 milioni di persone nel corso dell'ultimo decennio. L'incidenza media sulla popolazione italiana è oggi del 7%, ma in Emilia Romagna, Lombardia e Umbria si va oltre il 10% e in alcune province anche oltre il 12% (Brescia, Mantova, Piacenza, Reggio Emilia). Le donne incidono mediamente per il 51,3%. La collettività romena è la più numerosa, con poco meno di 1 milione di presenze; seguono albanesi e marocchini, (quasi mezzo milione); cinesi e ucraini sono quasi 200mila. Gli immigrati si stabiliscono sempre di più nei piccoli centri. Un esempio? Gli stranieri sono il 20% dei residenti a Porto Recanati e a Castiglione delle Stiviere. Ad Airole (Imperia) superano addirittura il 35%.

Matrimoni e cittadinanze. Sono circa 240mila i matrimoni misti celebrati tra il 1996 e il 2008 (quasi 25mila nell'ultimo anno); più di mezzo milione le persone che hanno acquisito la cittadinanza, di cui 59mila nel 2009; oltre 570mila gli "stranieri" nati direttamente in Italia; quasi 100mila quelli che ogni anno nascono da madre straniera.

La ricchezza dei migranti. Il rapporto tra spesa pubblica sostenuta per gli immigrati e tasse da loro pagate va senz'altro a vantaggio dello Stato italiano. Secondo le stime riportate nel Dossier, infatti, le uscite a loro favore (sanità, scuola, servizi sociali) sono pari a 10 miliardi di euro l'anno. Le entrate assicurate dagli immigrati, invece, si avvicinano agli 11 miliardi di euro (tra contributi previdenziali e fiscali). Non solo. Attualmente è pensionato tra gli immigrati 1 residente ogni 30; tra gli italiani 1 ogni 4. Nel 2025, i pensionati stranieri saranno circa 625mila. A tale data, tra i cittadini stranieri vi sarà circa 1 pensionato ogni 12 persone, mentre tra gli italiani il rapporto sarà di circa 1 a 3. Quanto alle rimesse, nel 2009 i soldi spediti a casa dagli immigrati hanno superato i 6,7 miliardi di euro.

Bassi stipendi. La retribuzione netta mensile degli immigrati nel 2009 è stata di 971 euro, rispetto ai 1.258 euro per gli italiani, con una differenza a sfavore degli immigrati del 23% (di ulteriori 5 punti più alta per le donne straniere).

I reati degli stranieri. Stando al Dossier, "il ritmo d'aumento delle denunce contro cittadini stranieri è molto ridotto rispetto all'aumento della loro presenza, per cui è infondato stabilire una rigorosa corrispondenza tra i due fenomeni". E ancora: secondo i dati forniti, "gli italiani e gli stranieri in posizione regolare hanno un tasso di criminalità simile".

Politiche d'espulsione. Il rapporto tra persone intercettate dalla polizia e persone rimpatriate è andato diminuendo nel corso degli anni (dal 57% nel 2004 al 35% nel 2009). Le persone trattenute nei centri di identificazione ed espulsione sono state 10.913, tra le quali anche diverse persone già ristrette in carcere, dove non era stata accertata la loro identità. Il risultato? Nell'insieme il 58,4% non è stato rimpatriato.

(Da “La Repubblica” 25/10/2010)

Sul pianeta Pasolini fra teatro film e una partita a calcio

Sul pianeta Pasolini fra teatro film e una partita a calcio


"La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni". La poesia, il teatro, il cinema e il calcio, questi erano i sogni di Pier Paolo Pasolini, protagonista di una variegata kermesse dal titolo "Piccola rassegna Pasolini", in cartellone al Teatro Franco Parenti da venerdì 29 ottobre a sabato 6 novembre (info su orari e prezzi al numero di telefono 0259995206 oppure sul sito www.teatrofrancoparenti.it).
Film, spettacoli di prosa, letture, mostre fotografiche (e anche una partita di pallone) renderanno omaggio ad uno dei più importanti artisti e intellettuali del ventesimo secolo, scomparso tragicamente proprio il 2 novembre di trentacinque anni fa, a cinquantatré anni. Un appassionante percorso che parte dal cinema. Da apologhi, film brevi, interviste, appunti di viaggio, documentari e omaggi riproposti nella Sala "AcomeA", che cominciano da Le ragioni di un sogno, un documentario di Laura Betti, l'attrice che ha vissuto un lungo e appassionato sodalizio artistico e umano con Pasolini, e proseguono con la proiezione di molti episodi tratti dalle pellicole più importanti del regista, come La ricotta da Ro.go.pag. del 1963, La terra vista dalla luna da Le streghe del 1967, Totò al circo da Uccellacci uccellini del 1968.
Un cinema fatto di sguardi. Ma non solo. E allora ecco anche il teatro secondo Pasolini. O secondo chi a lui si è ispirato. Pasolini che della prosa diceva sempre: "Nel teatro la parola è doppiamente glorificata: è scritta come nelle pagine di Omero, ma è anche pronunciata, come avviene fra due persone al lavoro: non c'è niente di più bello". Nella rassegna vi sarà spazio anche per l'allestimento scenico de La ricotta firmato da Antonello Fassari che lo interpreta con Adelchi Battista, dove l'umanità è fotografata nel suo rapporto con l'Assoluto e con il profano, ma anche per "Lettere a Sivana", una lettura di Filippo Timi di quanto Pier Paolo Pasolini aveva scritto, in modo tenero e intenso, ad una sua amica, Silvana Mauri, dal 1947 al 1952. Il terzo spettacolo in cartellone, sarà Motus. Come un cane senza padrone, ispirata a "Petrolio", un allestimento scenico che la compagnia di Rimini Motus, tratto dal suo l'ultimo romanzo incompiuto.
Tre, invece, gli itinerari fotografici, provenienti dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia, paese d'origine di sua madre e dove lui trascorse qualche anno da ragazzino, sono dedicati a I luoghi di Pasolini, Il set della Ricotta, Pier Paolo Pasolini e il calcio. E proprio perchè Pasolini non era soltanto un uomo di lettere, ma anche un appassionato giocatore di calcio, la rassegna prevede persino una partita di pallone, giocata nel foyer del teatro, nella notte tra l'1 e il 2 novembre. Perché, come Pier Paolo Pasolini era solito dire, "Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È un linguaggio con i suoi poeti e prosatori. E il tifo è una malattia giovanile che dura tutta la vita".

(Da “Il Giornale” 26/10/2010)

venerdì 22 ottobre 2010

Truffa alle banche con i clochard

Truffa alle banche con i clochard
In manette a Milano gli 8 capi-banda


Facevano aprire ai barboni
i conti correnti, per poi emettere
assegni scoperti: 7 milioni
il giro d'affari del gruppo
Denunciate 40 persone
Sequestrati 300 conti

MILANO
Usavano i clochard per truffare le banche. E così otto persone sono state arrestate dagli uomini del commissariato Monforte Vittoria di Milano per ordine del gip, Giuseppe Gennari, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Indagate a vario titolo 40 persone.

Secondo quanto accertato dagli investigatori (guidati dai pm Romanelli, Baima Bollone e Fusco, con la collaborazione del Pool Assegni) il gruppo prelevava clochard da dormitori e centri per poveri, e, dopo averli resi presentabili e pagati con pochi spiccioli, li mandava nelle banche ad aprire conti correnti.

I barboni si facevano consegnare libretti degli assegni che venivano poi utilizzati per emettere assegni a vuoto. Gli agenti hanno sequestrato circa 300 conti corrente. La truffa totale si aggira attorno ai 7 milioni di euro.

(Da “La Stampa” 22/10/2010)

The Woman who Grassed Up ’Ndrangheta

Six Arrested for Acid-Bath Murder of Woman who Grassed Up ’Ndrangheta
Killing organised by woman’s former companion, Carlo Cosco, who enticed her to Milan

MILAN –Last night, six arrest warrants were issued for inquiries into the disappearance of the Calabrian police informer, Lea Garofalo, who was murdered and her body placed in an acid bath on land at San Fruttuoso, near Monza. In the warrant, the investigating magistrate maintains that the woman’s murder was actually an execution. The arrests were made in Lombardy, Calabria and Molise. Searches are now under way.

ARRESTS – Lea Garofalo, 35, who disappeared in the night of 24 November last year, was a former police informer and companion of one of the gangsters involved in the Milan turf war between Calabrians originally from Petilia Policastro, in the province of Crotone. She is believed to have been tortured by her killers before she died. Two arrest warrants were served in prison on Carlo Cosco, 40, who was involved in anti-Mafia investigations in Milan in the late 1990s, and Massimo Sabatini, 37, a drug dealer from Quarto Oggiaro. Cosco, who killed four people over drug-related squabbles at Rozzano, in the province of Milan, in August 2003, used to live with Ms Garofalo, with whom he had a daughter, now an adult. Both men were arrested in February for a previous attempted kidnapping in Campobasso in May 2009, when they intended to kill her for collaborating with investigators from 2002 and testifying against members of the Petilia Policastro ’Ndrangheta gangs. On 24 February this year, two people were arrested for providing the sheds in the Milan area where the woman is believed to have been taken after her abduction. The other four warrants were issued for brothers Giuseppe “Smith” Cosco and Vito “Sergio” Cosco and two others, one of whom is accused only of destroying the body.

INFORMER – In 2002, Ms Garofalo began to collaborate with anti-Mafia investigators on the turf war involving the Garofalos and their rivals the Mirabellis. In 2006, she left the witness protection programme and moved from the secret location where she had been living. Ms Garofalo’s testimony regarded the Mafia killings that took place in Milan in the 1990s, including the 1995 murder of Antonio Combierati, in which the brother was also involved.

TRAP – Investigators allege that Carlo Cosco organised a trap for Lea Garofalo while she was in Milan with their daughter. On the pretext of keeping up relations with the younger woman, who was very attached to her mother, Cosco lured his former partner to the building in Viale Montello 6, Milan, where many relatives of victims of Mafia violence reside. On 24 November 2009, Ms Garofalo took part in a family meeting to decide where the daughter should study after leaving secondary school. Her traces disappeared that afternoon when CCTV cameras filmed her near the building and on the avenue that runs along the monumental cemetery. Her daughter and former partner were waiting for her at the main railway station where she should have caught a train back to the south. At least four days before the abduction, Cosco prepared a plan. He contacted his accomplices, arranged for the van that Ms Garofalo was bundled into, procured a gun to kill her “with a single shot“, secured a warehouse for the interrogation and also the site where investigators believe the body was dissolved in acid. The purpose of destroying the body was to put the killers in the clear by making it appear that Ms Garofalo had disappeared of her own will.


Google usa paraísos fiscales

Google usa paraísos fiscales para pagar solo un 2,4% de impuestos

Google rebajó sus impuestos en unos 3.100 millones de dólares (unos 2.200 millones de euros) durante los últimos tres años usando técnicas que transfieren la mayor parte de sus beneficios de fuera de Estados Unidos a las islas Bermudas a través de Irlanda y Holanda. Eso le ha permitido reducir su tasa impositiva para los beneficios en el exterior a solo el 2,4%. El uso de esas técnicas es también el que le permite pagar una mínima cantidad de impuestos en España.

Google usa una estrategia que también ha atraído a compañías como Microsoft o Facebook. Saca partido no solo de facturar desde Irlanda sino también de que la ley irlandesa permite alojar los beneficios en filiales en el exterior, escapando incluso del 12,5% del tipo de sociedades irlandés. Los beneficios acaban en sociedades radicadas en paraísos fiscales que no gravan las ganancias.

Google no ha sido acusada de vulnerar las normas fiscales. "Las prácticas de Google son muy similares a las de muchas otras firmas globales de varios sectores", según un portavoz de la empresa que declinó dar detalles sobre su estrategia fiscal.

Facebook, la mayor red social del mundo, está preparando una estructura similar a la de Google para enviar los beneficios desde Irlanda a las Islas Caimán, según documentos de la empresa y fuentes al tanto de sus planes.

El desvío de los beneficios comienza cuando compañías como Google venden o licencian los derechos en el exterior de propiedad intelectual desarrollada en EE UU a filiales en países con baja fiscalidad. A las matrices les interesa vender esos derechos lo más bajo posible para no tributar en EE UU por esos ingresos. Google logró el visto bueno de la Hacienda de EE UU a sus precios de transferencia. El grupo licenció su tecnología de búsqueda y publicidad y otros activos intangibles para Europa, Oriente Medio y África a una sociedad llamada Google Ireland Holdings, dueña a su vez de Google Ireland Limited. Esta última filial en Dublín, que emplea a 2.000 personas, concentró el 88% de los ingresos de Google fuera de EE UU en 2009. Llevar los ingresos a Irlanda permite a Google evitar los altos tipos impositivos no solo de EE UU sino también de otros países europeos, entre ellos España. Pero los beneficios no se quedan en Irlanda, porque la filial en ese país paga 5.400 millones de dólares en derechos a Google Ireland Holdings, que se declara gestionada en las Bermudas. El dinero pasa antes por una sociedad holandesa para aprovechar exenciones fiscales. Al final escapa al fisco indefinidamente, aunque en teoría parte de esos beneficios podrían ser gravados al ser repatriados a Estados Unidos.

[Google Spain, la filial española, factura solo una mínima parte de los ingresos que Google logra en el mercado español. En las cuentas de 2008, últimas registradas, declaró ingresos de 17,06 millones. Sin embargo, los enlaces patrocinados en buscadores acapararon 324,4 millones en 2008 en publicidad, según el informe anual del Interactive Advertising Bureau (IAB) y PricewaterhouseCoopers (PwC). Como la cuota de mercado de buscadores en España de Google es del 96% (datos de ComScore), los ingresos teóricos de la multinacional en España rondarían los 300 millones. Desviar los ingresos al exterior facturando desde Irlanda permitió a Google Spain declarar tan solo un beneficio bruto de 462.388 euros y destinar unicamente 140.556 euros al impuesto de sociedades en España].

(Da “El Pais” 22/10/2010)

Frankreich: Reformgegner wollen nicht aufgeben

Reformgegner wollen nicht aufgeben

Der Französischer Senat will am Freitag ein höheres Rentenalter beschließen und die Reform damit über die letzte parlamentarische Hürde hieven. Unterdessen hat die Polizei damit begonnen, eine Raffinerie-Blockade bei Paris aufzuheben.

Die Gegner der Reform wollen nicht aufgeben.

Paris – 

Der Showdown wurde noch einmal um einen Tag verschoben. Am Freitag will die Mehrheit der regierungstreuen Abgeordneten die Rentenreform im französischen Senat über die letzten parlamentarischen Hürden hieven. Während Frankreichs Präsident Nicolas Sarkozy hofft, dadurch vollendete Tatsachen zu schaffen und der Widerstandsbewegung den Wind aus den Segeln zu nehmen, sehen Reformgegner in der Verabschiedung einen Grund, den Widerstand noch auszuweiten.

Beide Seiten haben am Donnerstag klargemacht, dass sie nicht daran denken, im Machtkampf zwischen Staatsmacht und Straße klein beizugeben. Unterdessen hat die Polizei am Freitagmorgen damit begonnen, eine Raffinerie-Blockade bei Paris aufzuheben. Die Mitarbeiter sollen nach Rundfunkberichten durch eine Anordnung der Präfektur zur Arbeit verpflichtet werden.

Gewerkschaftsführer sowie Sprecher von Studenten- und Schülervereinigungen kündigten an, die Massenproteste fortzusetzen. „Wir werden mit unseren Protestaktionen weitermachen“, sagte Bernard Thibault, der Generalsekretär des wichtigsten Gewerkschaftsdachverbands CGT. Thibault plädiert dafür, am nächsten Dienstag einen weiteren landesweiten Streik- und Protesttag zu organisieren. Beim bisher letzten waren am vergangenen Dienstag laut Polizei 1,1 Millionen, nach Gewerkschaftsangaben 3,5 Millionen Menschen auf die Straße gegangen.

Sarkozy, der mit einer Dienstreise in die Provinz den Anschein von Normalität zu erwecken versuchte, hielt entschlossen dagegen. Der Staatschef beschuldigte Reformgegner, durch den Streik in Raffinerien oder auch die Blockade von Flughäfen und Busdepots „ihren Alltagsbeschäftigungen nachgehende Franzosen als Geisel zu nehmen“. Es gehe nicht an, dass Frankreich das einzige Land der Welt sei, in dem eine Minderheit alles zum Stillstand bringen könne, sagte Sarkozy.

Viele Flüge ausgefallen

Obwohl Polizeikräfte am Donnerstag weitere Zufahrtsstraßen zu blockierten Treibstoffdepots räumten und den Weg zu dem Paris versorgenden Depot in Rubis bei Rouen freimachten, kam es noch immer zu Versorgungsengpässen. Demonstranten lieferten sich mit den Sicherheitskräften ein Versteckspiel, gaben hier ein blockiertes Depot frei, besetzten dort ein anderes, das sie zuvor bereits geräumt hatten.

Auf den Flughäfen des Landes sind wegen der Streiks und Proteste am Donnerstag erneut zahlreiche Flüge ausgefallen. Die Luftfahrtsgesellschaft Air France KLM bezifferte ihren durch die Proteste gegen die Rentenreform entstandenen Schaden auf 25 Millionen Euro. Eisenbahner und Lastwagenfahrer setzen ihre Protestaktionen fort, wobei die Verkehrsbehinderungen am Donnerstag insgesamt leicht zurückgingen. 

(Da la “Frankfurter Rundschau “) 22/10/2010)

ITALIA CERVELLI IN FUGA: Giovani, laureati, in fuga da un Paese che non gli piace

"Noi, emigranti e invisibili"
I ragazzi che lasciano l'Italia. Giovani, laureati, in fuga da un Paese che non gli piace, partono per scelta e non per necessità. Ecco i nuovi espatriati: nessun ministero li censisce, Repubblica.it ha raccolto le loro storie

di CLAUDIA CUCCHIARATO



"DATI non disponibili". Questa è la risposta che i ministeri degli Esteri e dell'Interno forniscono a chi cerca di descrivere la nuova emigrazione italiana. Non quella con la valigia di cartone che partiva nel secolo scorso alla ricerca di un lavoro in Germania, in Svizzera, in Belgio, negli Stati Uniti o in Argentina. Questi emigrati e i loro figli e nipoti sono censiti in modo sistematico dalle nostre istituzioni. I dati che mancano sono quelli riguardanti i nuovi migranti: ricercatori, professionisti, cervelli in fuga, ma non solo, che prendono un volo lowcost e si trasferiscono in Inghilterra, in Spagna o in Francia per inaugurare una nuova vita.

Alcuni saggi si sono recentemente occupati di questo fenomeno. Nel mio libro, Vivo altrove. Giovani e senza radici: gli emigranti italiani di oggi (Bruno Mondadori, 2010), ho cercato di mettere in luce le motivazioni di un aumento esponenziale della nuova emigrazione "nascosta" dall'Italia. Una tendenza all'espatrio dei neolaureati, in cerca di fortuna o di nuove esperienze, che si registra in quasi tutti i Paesi occidentali. Ma che da noi ha la peculiare caratteristica di essere esclusivamente a senso unico: i giovani altamente istruiti se ne vanno in massa dall'Italia, ma pochi sono i coetanei stranieri delle stesse caratteristiche che li vengono a sostituire, ancor meno quelli che dopo un lungo periodo all'estero trovano il coraggio di tornare.

Nessun libro può però fornire una stima di quanti siano attualmente gli italiani residenti all'estero. Non 
esistono  i dati e quindi è difficile far passare l'idea che il
fenomeno esista e sia preoccupante. L'unico strumento che può darci quest'informazione è l'anagrafe che li censisce: l'AIRE. Uno strumento dimostratosi inappropriato, per ammissione stessa dei Ministeri che lo curano: i dati che custodisce non coincidono mai con quelli delle città in cui tendenzialmente si trasferiscono i nostri giovani. I domiciliati italiani a Berlino, Londra, Parigi o Amsterdam risultano essere più del doppio rispetto ai censiti dall'AIRE.

È quindi alla necessità di dare un nome e una dimensione a questa generazione in fuga e "nascosta" che è nata l'iniziativa di Repubblica.it. Forse l'unico modo per sapere dove sono, cosa fanno e perché se ne vanno i giovani italiani è chiederlo a loro direttamente, attraverso i mezzi che utilizzano ogni giorno. E il successo dell'iniziativa, che in pochi giorni ha raccolto 25.000 interventi 1 di nuovi migranti, non fa che certificare l'urgenza di aggiornare gli strumenti a disposizione delle istituzioni per censire chi non vive più nel nostro Paese. Non a caso, oltre il 54% delle persone che si sono raccontate su Repubblica.it dichiara di non essersi mai iscritto all'AIRE. Molte ne ignorano l'esistenza o non vogliono registrarsi perché non sicure di rimanere a lungo nel primo luogo scelto per l'espatrio. Inutile aggiungere che un numero così alto di risposte è una miniera di dati, uno spaccato significativo, una rilevazione mai fatta prima.

Sono quasi tutti giovani tra i 25 e i 40 anni, laureati, in fuga da un Paese che non piace, figli di una società globale e liquida. Si adattano in fretta e se ne vanno per "scelta", non più per necessità e non solo per motivi professionali. Gli espatriati odierni, "lowcost" o "2.0", continuano ad osservare il Paese d'origine con attenzione. Non foraggiano l'economia italiana con le loro rimesse, come accadeva nel secolo scorso, ma sono una risorsa umana, professionale e sociale che il Paese si lascia sfuggire, senza dimostrare grande preoccupazione. Non a caso, la rivista americana Time ha dedicato loro un articolo di cinque pagine la settimana scorsa: "Arrivederci Italia" il titolo. Ma nessuna tv nostrana si è ancora interessata all'argomento. È questa l'Italia "fantasma" che fuori dall'Italia riesce ad affermarsi e ad avere successo, a diventare "qualcuno" agli occhi di una popolazione sconosciuta. Sarà per questo che non li si vuole prendere in considerazione? Perché hanno avuto ragione? E se tornassero?

Nel frattempo, il rapporto con il proprio paese d'origine è assai difficoltoso. Marcello ha raccontato che ci vogliono fino a sei mesi per ottenere l'iscrizione al consolato di Barcellona. Teresa ha spiegato che in media ce ne vogliono quattro per ottenere la conferma del cambiamento di residenza a Londra. La lentezza endemica con cui vengono aggiornati i pesanti e polverosi registri che si stipano nelle nostre sedi consolari scoraggerebbero chiunque volesse farsi rinnovare un documento. E nella capitale catalana è nata di recente anche un'associazione di italiani stremati dai lunghi tempi d'attesa: i devoti di San Sconsolato. È evidente che tutte queste persone non vedevano l'ora di poter raccontare la propria storia, le proprie motivazioni. Cercavano un'opportunità per essere ascoltate.

(Da "Repubblica" 22/10/2010)

GUERRIGLIA A NAPOLI. L' OMBRA DELLA MAFIA DIETRO?

Caos rifiuti, oggi il vertice del governo Guerriglia tra fiamme e devastazione

Boscoreale e Terzigno come Kabul. Auto bruciate e capovolte al centro della strada, alte colonne di fumo nero dai camion dati alle fiamme ma anche rami di grossi alberi al centro della carreggiata, bidoni, mobili e spazzatura dovunque. E' l'epilogo dell'ennesima notte di scontri e distruzioni nei comuni vesuviani. A scatenare le violenze i gravi disagi provocati dalla discarica Sari, nel Parco nazionale del Vesuvio, e, nelle ultime ore, l'annunciata apertura del secondo sversatoio, il più grande d'Europa, in località Cava Vitiello a Terzigno.

Uno scenario drammatico In giro nella notte nei paesi vesuviani lo scenario appare drammatico. In via Passanti, a Boscoreale dove oggi cinque compattatori sono stati incendiati dopo essere aver subito l'assedio, insieme con le forze dell'ordine che li scortano, da una folla di oltre duecento manifestanti che hanno lanciato un assalto da vera e propria guerriglia urbana, ad esempio, la strada è per oltre trecento metri completamente impercorribile a causa delle violente proteste dei residenti. Alla rotonda Panoramica, dove si erano radunate oltre mille persone, è stata una lunga notte di disordini con un gruppo di manifestanti, quasi tutti giovani, che ha iniziato lanciando razzi contro le forze dell'ordine che hanno risposto con lacrimogeni, provocando il fuggi fuggi dei dimostranti pacifici, e cariche.

Frange violente tra i manifestanti "Ci hanno caricato - denuncia un manifestante - mentre eravamo nel gazebo allestito sulla strada. Non stavamo facendo niente, abbiamo subito una violenza gratuita". Per ore uomini in assetto antisommossa e blindati da un lato, la frangia più violenta dall'altra, che si è nascosta nelle zone più a sud della rotonda, si sono fronteggiati con lacrimogeni come risposta ai lanci di grossi petardi. Qualcuno nel bel mezzo degli scontri si è rivolto ai poliziotti: "siamo gente perbene, dovreste difendere noi dai disastri di queste discariche e invece siete dall'altra parte. Noi però siamo contro la camorra che è l'unica ad avere interesse a far aprire le discariche". Ma questo, a Terzigno, é solo il momento degli scontri.

Berlusconi convoca il vertice La polveriera rifiuti in Campania approda nuovamente a Palazzo Chigi. Per cercare una via d'uscita ad un'emergenza cronica che periodicamente riaffiora il premier Silvio Berlusconi ha convocato per oggi un vertice con i sottosegretari Gianni Letta e Guido Bertolaso, i ministri Giulio Tremonti, Roberto Maroni, Stefania Prestigiacomo ed il governatore della Campania, Stefano Caldoro. La premessa di ogni eventuale soluzione, secondo quanto si apprende, dovrà essere lo stop degli scontri dei manifestanti anti-discarica a Terzigno e Boscoreale. Il governo punta infatti a respingere ogni intimidazione. La presenza di Maroni al vertice indica che la questione rifiuti è diventata ancora una volta un problema di ordine pubblico particolarmente pesante per le forze dell'ordine, sottoposte da giorni alla rabbia dei manifestanti.

Le ipotesi sul tavolo Ad acque calme si metterà a punto un piano che non potrà prescindere dalla contestata apertura della discarica di Cava Vitiello, prevista da una legge approvata in Parlamento. Lì però andrebbero sversati i rifiuti già trattati, secchi e non, come sta accadendo, quelli umidi che puzzano ed aumentano la preoccupazione della gente. C'é da capire come mai questi rifiuti non sono passati prima dagli impianti cdr. La discarica, insomma, va gestita in maniera corretta. Va poi perseguita la strada della provincializzazione, in modo che ogni provincia abbia i propri impianti. Altro tema centrale del vertice sarà quello delle compensazioni, ovvero il risarcimento ai territori che ospitano impianti per lo sversamento ed il trattamento dei rifiuti. E questo spiega la presenza di Tremonti, che detiene i cordoni della borsa. Su questo tema il ministro Prestigiacomo ha annunciato battaglia: "Avevo chiesto le compensazioni per risarcire il territorio ma il Piano non è partito. C'é un problema di trasferimento di risorse al ministero dell'Ambiente".


(Da “Il Giornale 22/10/2010)

giovedì 21 ottobre 2010

BERLUSCONI: Veronica Lario’s €3.5 Million-a-month Alimony Demand

BERLUSCONI: Veronica Lario’s €3.5 Million-a-month Alimony Demand
Supplementary memorandum for December hearing in Milan presented

MILAN – Veronica Lario is sticking to her guns. In other words, her demand for a maintenance cheque of €3.5 million a month stands. This is the thrust of a supplementary memorandum submitted a few days ago to the court of Milan, a document that confirms the requests of Silvio Berlusconi’s almost-ex wife in her action for a judicial separation from the prime minister.

When the contents of the supplementary memorandum were leaked yesterday from the city courts, Ms Lario herself was taken by surprise. Her lawyer, Maria Cristina Morelli, submitted the memorandum a few days ago in preparation for the upcoming separation hearing scheduled for mid December. It should be mentioned that the submission of supplementary memoranda is virtually mandatory and laid down in civil procedure now that conciliation attempts between the prime minister and his wife have broken down.

Following the action for judicial divorce, in which Ms Lario demanded €3.5 million a month (a figure regarded by the opposing party as “exorbitant”) as well as the Macherio residence, the couple reached an outline agreement last May in the court’s ninth civil section, Gloria Servetti presiding, for monthly maintenance of €300,000 and lifetime usufruct of Villa Belvedere.

A series of further financial arrangements was made for expenses relating to the luxurious home in the Brianza countryside, which Ms Lario helped to furnish, item by item, taking a passionate interest in the villa’s restoration and the organisation of the garden. Villa Belvedere is difficult to manage and it is thought that issues relating to running expenses ruled out a possible consensual agreement. The villa is worth about €78 million and the estate covers 120,000 square metres, to which a further 286,000 has been added. Over the past ten years, the premier has spent about €20.4 million on Villa Belvedere, an enormous sum, most of which has gone on internal and external restructuring. Furniture alone has cost €683,658 over the decade while security expenses run at €487,000 a year. The premier is believed to have calculated running costs at €1.8 million a month, an offer Ms Lario views as insufficient. About a month ago, failure to reach agreement on this issue prompted Ms Lario to leave Villa Belvedere and move into a park residence at Monza belonging to the Hotel de la Ville. Submission of Ms Lario’s supplementary memorandum means that proceedings for a judicial separation will continue, although a new agreement is still possible.

(Da " Il Corriera della Sera" 21/10/2010)

Wintereinbruch in Deutschland

Wintereinbruch in Deutschland



Die Osthessen kämpften in der Nacht zum Donnerstag mit Graupelschauern und Eisregen, auf der Zugspitze liegen 70 Zentimeter Schnee. Der Winter hat Deutschland erreicht.

Auf dem Fichtelberg konnten Vater Tom und Sohn Eric bereits Schlitten fahren.
Foto: dpa

Graupelschauer und Eisregen haben in der Nacht zum Donnerstag Autofahrern in Osthessen das Leben schwer gemacht. Auf der Autobahn 4 von Bad Hersfeld nach Erfurt gab es nach Angaben der Polizei in Fulda mehrere kleine Unfälle. Dabei blieb es aber bei Blechschäden. In Nordhessen blieb der von Meteorologen vorhergesagte Wintereinbruch hingegen aus. „Die Straßen sind trocken“, sagte ein Sprecher der Polizei in Kassel.

Stellenweise liegen in den Hochlagen der Mittelgebirgen bereits bis zu 24 cm Schnee. Auf der Zugspitze werden bereits 70 Zentimeter der weißen Pracht gemessen.

Neuer Schnee ist am Freitag und Samstag erstmal nicht in Sicht. Der Samstag wird besonders in Westdeutschland ein richtig schöner Ausflugstag werden. Von Nordrhein-Westfalen, über das Saarland, Rheinland-Pfalz bis nach Baden-Württtemberg lacht die Sonne vom Himmel. Die Temperaturen erreichen 9 bis frühlingshafte 15 Grad.

"Doch schon am Sonntag ist das schöne Wetter wieder vorbei. Tief Ursula rauscht heran und macht den Sonntag zum Regentag. Von West nach Ost überqueren uns dicke Regenwolken. Tief Ursula hat zudem die nächste Portion Kaltluft im Schlepptau" erklärt Wetterexperte Dominik Jung vom Wetterdienst wetter.net.

In der neuen Wochen ist es kalt wie Ende November - die Temperaturen klettern gerade mal auf 1 bis 8 Grad. Nachts gibt´s dann auch wieder Frost bis minus 4 Grad. In den Alpen schneit es kräftig - bis zu einem halben Meter Neuschnee!
Der Winter schickt seine Vorboten

Und das kalte Schmuddelwetter wird uns dann erstmal bis zum Oktoberende begleiten. Bisher war der Oktober im Westen immer noch etwas wärmer als im Mittel der letzten Jahre. Das wird sich jedoch noch ändern. Bereits jetzt liegen die Oktoberwerte dagegen in Ostdeutschland um bis zu 1 Grad unter dem langjährigen Mittel.

(Da la "Frankfurter Rundschau"  21/10/2010)

Detectives en un mundo de dilemas


Detectives en un mundo de dilemas


El trotamundos Wilson (Standford, 1957), que eligió como paraíso en la tierra una finca perdida del Alentejo portugués que ha hecho funcionar con energías renovables, leyó con interés la tres primeras novelas de Berlin noir, la saga protagonizada en la Alemania nazi por el detective Bernie Gunther, antes de construir Solo una muerte en Lisboa, por la que se mueven volframio, oficiales de las SS y la podredumbre salazarista.

El hombre que iba a ser abogado, o sea Kerr (Edimburgo, 1955), tira de ironía, tal vez para evitar algo que parezca un desaire hacia el escritor que se sienta a su lado, en uno de los magreados bancos de cuero del café Comercial. "Leo sobre todo historia, y no ficción, casi no leo novelas, me dedico a venderlas".

-A partir de los 40, los hombres dejan de leer novelas, las mujeres son nuestro público -acota Wilson sin burla, como quien constata un hecho.

-En Inglaterra está mal visto leer novelas de amigos, entre otras cosas porque puedes descubrir que son mejores que tú -prorrumpe el autor de Berlin noir con todo el sarcasmo.

Kerr hace reír con sus provocaciones. Wilson habla con trascendencia. Ya de pie, al final del encuentro, dirá que Una investigación filosófica, escrita por su compañero de entrevista, es una de las obras británicas más brillantes de los últimos 25 años.

Vayamos al principio. Kerr y Wilson nunca se habían visto hasta ayer, cuando se sentaron hombro con hombro en el café Comercial. Ambos visitan Madrid para participar en el festival Getafe Negro, que durante esta semana da miles de vueltas al género de moda en encuentros con autores, películas y debates. Una moda que va por barrios y que ni Wilson ni Kerr vinculan al afán de evasión ante la actual crisis. Los británicos, esgrimen, se engancharon al misterio cuando (algunos) vivían requetebién, en los imperiales años victorianos en los que arrasó Arthur Conan Doyle.

Los dos autores comparten nacionalidad (británica), editorial en España (RBA), casi año de nacimiento (1955, 1957), devociones literarias (Raymond Chandler) y una elección creativa: han huido de casa con sus sagas criminales. El Berlín años treinta y cuarenta le dio a Philip Kerr el éxito que hasta entonces le había esquivado y un marco único para abordar el mal. Una Sevilla alegre y corrupta, singular y al tiempo aquejada de problemas comunes a otras ciudades, es el escenario que rastrea el inspector Javier Falcón, protagonista de cuatro novelas de Wilson (recién llegada a las librerías La ignorancia de la sangre).

"El último lugar sobre el que escribiría es Edimburgo, una ciudad bastante aburrida. Además, pertenezco a esa tradición de británicos fascinados con Berlín, la ciudad más totémica de las últimas décadas", dice el escocés. En la última novela de la serie, Si los muertos no resucitan (Premio Internacional de Novela Negra RBA), el descreído Bernie Gunther afronta una intriga que arranca cuando los nazis se asientan en el poder y se ramifica hacia La Habana de Fulgencio Batista. "La Alemania nazi es el periodo histórico más interesante desde la reforma. En muchos aspectos, Hitler se parecía a Lutero, no solo en su antisemitismo, también en el hecho de que ambos se creyesen seres elegidos para ser líderes".

Robert Wilson descubrió Sevilla desde una bicicleta. En una de sus múltiples peripecias por el mundo, llegó pedaleando en 1984 a la ciudad andaluza y sucumbió. El barroquismo de la Semana Santa, la juerga interminable de la Feria, la crueldad de los toros, el vitalismo callejero y la alegría. En definitiva, lo tópico y lo real. "Pero cuando escarbas en la superficie encuentras que tiene los mismos problemas que otras ciudades de corrupción, drogas o asesinatos".

Philip Kerr se gira para preguntar a su colega su origen.

-He vivido en Londres más tiempo que en otro sitio. Mi padre era piloto de la RAF.

Un padre literario a más no poder. El niño Robert cambiaba con frecuencia de casa, de base en base, como un anticipo de lo que haría en el futuro (vivió en Grecia como guía turístico, recorrió en caravana buena parte de África, vendió nueces en Ghana...) antes de afincarse en el Alentejo.

Wilson no descarta permitir cierto protagonismo a su progenitor en una futura novela, pero donde el aviador planearía sin anacronismos de ningún tipo sería en esas tramas de Philip Kerr repletas de dilemas morales. "El gran error sobre el nazismo es llamarle monstruos. Había abogados, incluso jueces, y si personas inteligentes pueden cometer los peores crímenes, tienes que reconocer que cualquier ser humano puede cometerlos", reflexiona el escritor escocés.

En los dilemas morales puede crecer o no la barbarie, pero Kerr está convencido de que alimentan el quid literario. "Lo interesante de la literatura es imaginar qué harías ante esos dilemas, qué habrías hecho si eres español en la Guerra Civil. Es muy difícil encontrar un punto de neutralidad", plantea Kerr, que la próxima semana presenta en Reino Unido su nueva entrega, Gris militar, disponible en España en febrero.

 (Da “EL PAIS” 21/10/2010)

A Mark Zuckerberg no le gusta 'La red social'

Al fundador de Facebook, Mark Zuckerberg, no les gusta La red social, el filme de David Finche que retrata su etapa universitaria, cuando creó la red social. Lo más auténtico que hay en la película, según Zuckerberg es su indumentaria juvenil. Ante un auditorio en la universidad de Standford, el protagonista real del filme insistió muy particularmente en que la película se inventa una aventura sentimental y rechazó que su único motivo para crear Facebook fue que quería ligar con las chicas y entrar en los clubes universitarios. "A los autores de la película no les cabe en la cabeza que alguien puede construir algo porque le gusta construir cosas".
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Esta versión angélica de los inicios de Facebook ha sido rebatida por otros sitios en Internet que, apoyando la tesis de la novela en que se basa la película, insisten en que Zuckerberg tuvo líos sentimentales en los tiempos universitarios y que la idea inicial de la red social no fue suya.

El que Zuckerberg haya finalmente salido a la palestra comentando la película ha causado sorpresa porque su inicial estrategia de no atacar sus contenidos parecía favorecer un más rápido olvido de lo que en ella se cuenta. Desde luego, la existencia del filme no ha perjudicado la implantación de Facebook ni mermado su éxito. Hace un mes, a raíz de la publicación de correos electrónicos antiguos del creador de Facebook en los que tomaba el pelo a los primeros internautas que se apuntaron a la red social y se vanagloriaba de la información que obtenía de lo que sucedía en los pasillos de Harvard, New Yorker publicó unas declaraciones suyas en las que lamentaba que la gente pudiera creer que esta imagen de un estudiante de 19 años seguía siendo la suya ahora.

(Da “EL PAIS” 21/10/2010)

NAPOLI. LA NUOVA GUERRIGLIA IN ITALIA



Un'immagine dei violenti scontri con la polizia
Napoli - Una notte di scontri, paura e lacrime a Terzigno. Uno spiegamento massiccio di forze dell'ordine, probabilmente con pochi precedenti, con una azione condotta in tempi rapidi ha sgomberato tutta l'area della rotonda di via Panoramica, la strada di accesso alla discarica Sari. La zona era stata presidiata da diverse ore da alcune migliaia di manifestanti, tra cui donne e bambini, portati via al primo accenno di tensioni. Tuttavia, già inmattinata, gli incroci che portano alla rotonda Panoramica sono stati nuovamente bloccati con rami di alberi, cartelli stradali e sacchi di spazzatura.

Manganelli: "Avanti con la forza" "C’è rammarico per il fatto che temi che altri soggetti sono chiamati a risolvere trovino in un ruolo di supplenza le forze di polizia", ha detto il capo della polizia, Antonio Manganelli, commentando gli scontri di questa notte. "Noi non siamo certo nemici di chi manifesta, facciamo il nostro lavoro - ha continuato Manganelli - noi continuiamo a fare quello che siamo chiamati a fare: lì si deve sversare e lo consentiremo anche se questo costa l’uso della forza". "Raccolgo però - ha sottolineato - il rammarico dei miei uomini che tutte le sere fanno una battaglia. Dispiace che questo sia diventato un problema di polizia e che un’area geografica consolidi sentimenti di ostilità verso le forze dell’ordine, ma noi non siamo certo nemici di chi manifesta".

Il blitz degli agenti a Terzigno Il blitz è stato condotto con una quarantina di mezzi blindati ed oltre duecento uomini tra agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza che a piedi, in assetto antisommossa, impugnando manganelli e scudi, hanno stretto d'assedio tutte le zone circostanti e inseguito i dimostranti. Numerose le cariche e i lanci di lacrimogeni: alcune persone sono state raggiunte e bloccate all'interno di un deposito di bibite. "Perché mi picchiate, non sto facendo niente?", ha detto una ragazza piangendo a un gruppo di agenti che l'ha circondata. Gli uomini delle forze dell'ordine sono avanzati alla ricerca degli ultimi manifestanti, mentre i blindati percorrevano la via Panoramica a forte velocità per inseguire chi scappava. Due persone, una donna e un ragazzo, sono stati fermati e successivamente rilasciati. Altre tre hanno riferito di essere rimaste contuse negli scontri.

Aumenta la tensione L'attacco, con veri e propri corpo a corpo in alcuni casi, è arrivato al termine di una serata di altissima tensione. Un gruppo di giovani con il volto coperto da sciarpe ha lanciato grossi petardi, razzi, pietre e, secondo quanto riferito da alcuni testimoni, due molotov rudimentali nei confronti dei blindati della polizia a presidio della strada di accesso alla discarica. Gli agenti hanno risposto con un ripetuto lancio di lacrimogeni, che sono caduti in mezzo alla folla. Sono stati momenti drammatici, con gente che scappava alla ricerca di un riparo, provocando momenti di panico. Nella fuga qualcuno ha rovesciato e bruciato un'auto, sembra appartenente alla polizia.

Il via libera alla seconda discarica A scatenare la nuova ondata di proteste era stata la decisione dei parlamentari del Pdl campano, insieme con il governatore Stefano Caldoro e i presidenti delle Province di Napoli, Avellino e Salerno, Cesaro, Sibilia e Cirielli, di dare il via libera alla seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio, in località Cava Vitelli. Si tratterebbe del più grande sversatoio d'Europa. Un via libera che non è affatto andato giù ad amministratori locali (il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, si è dimesso dal Pdl) e alle popolazioni, che denunciano i gravissimi disagi già provocati dalla prima discarica aperta, la Sari, che sarebbe causa dell'inquinamento delle falde acquifere e dalla quale provengono da mesi miasmi insopportabili. Alla fine della "battaglia", a terra restano detriti di ogni genere, nell'aria la puzza insopportabile della discarica.

(da “Il Giornale” del 20/10/2010)