venerdì 25 ottobre 2013

NOVEMBER 2013 at ISTITUTO EUROPEO - Schedule of Activities



November 2013 (October 28th November 22nd)



NB: To participate in the activities students must sign up on the list in the
secretariat. The activities will be carried out with a minimum of 5 participants
(10 participants for lunches/dinners/special visits)
*Except entrance tickets for museum, churches


Mon  28  9:00 am       Written and oral placement test
               7:00 pm       Welcome dinner € 30 
Tue   29  3:00 pm       Presentation about cultural activities in Florence in November
Wed  30  2:00 pm       Meeting with opera: “Carmen” by G. Bizet  
Thu   31  2:00 pm       Movie: “Quando sei nato non puoi più nasconderti” by T. M.
                                               Giordana
Fri     1                        Festivity of All Saints
Sat    2    7:30 am       Hiking in Chianti with lunch and wine tasting 45
Sun   3    8:00 am       Day trip to Montepulciano, Pienza & Montalcino with lunch € 69
Mon  4    2:00 pm       The Director meets the students of Istituto Europeo
Tue   5    3:00 pm       Visit to a Florentine workshop: Lastrucci’s mosaics
Wed  6    12:30 pm     Lunch (typical tastings of Tuscan cuisine) € 20
Thu   7    2:00 pm       Movie: “Saturno Contro” by F. Ozpetek
Fri     8    7:00 pm       Dinner in trattoria € 30
               11:30 pm     Night out at the disco
Sat    9    8:00 am       Day trip to Venice75
Sun   10  8:00 am       Day trip to Verona & Garda Lake 65

Mon  11 2:00 pm       Visit to Ferragamo Museum € 5
Tue   12  2:00 pm       Movie: “Il grande sogno  by M. Placido
Wed  13  12:30 pm     Lunch (typical tastings of Tuscan cuisine) € 20
Thu   14  3:00 pm       Conference: Dante and his Time
Fri     15  7:00 pm       Dinner in trattoria30
               11:30 pm     Night out at the disco
Sat    16  7:30 pm       Visit to an Oil Mill in Chianti with lunch & wine tasting € 45
Dom  17  8:00 am       Day trip to Montepulciano, Pienza & Montalcino with lunch € 69

Mon  18  2:00 pm       Visit to Alinari Museum € 9
Tue   19                      No Activities
Wed  20  12:30 pm     Lunch (typical tastings of Tuscan cuisine) € 20
Thu   21 5:00 pm       Concert provided by the artists of Istituto Europeo
Fri     22  12:30 pm     Farewell party. Delivering of attendance certificates/diplomas
               7:00 pm       Farewell dinner € 30
               11:30 pm     Farewell party at the disco

giovedì 24 ottobre 2013

Virginia Cerdà dall'Argentina per onorare Jorge Bergoglio, Papa Francesco, suo compatriota




Dall'Argentina comincia da oggi una collaborazione con l'ISTITUTO EUROPEO Virginia Cerdà insegnante di lingua italiana, il suo primo articolo è dedicato a Jorge Bergoglio, papa Francesco, suo illustre compatriota

A motivo della celebrazione del giorno di San Francesco d'Assisi, il quattro ottobre, il nostro illustrissimo compatriota, Jorge Bergoglio, più conosciuto a livello mondiale come papa Francesco, ha riunito moltissima gente nella Basilica di San Francesco d'Assisi, nella città dello stesso nome, dove la basilica del santo francescano è uno dei luoghi più visitati, insieme alla chiesa di San Bernardino, la chiesa di San Pietro e il Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria.
Assisi, nel cuore di una regione ricca di tanti paesini, dove il medioevo ha profuso quanto di meglio aveva della sua arte, cultura  e storia, è in una posizione privilegiata e deve il suo nome a Giovanni di Bernardoni, poi San Francesco, figlio di una famiglia ricca, ma non illustre, che nella prima giuventú ebbe una vita mondana, ma, dopo aver sofferto una grave malattia, cambiò, dedicandosi ad aiutare i poveri e gli ammalatti, rinunciando al lusso e alla ricchezza.
fondatore dell'ordine francescano, fu un uomo diverso, per il suo fortissimo fervore religioso, per la sua semplicità e la profondità con cui amò e rispettò tutte le creature. La povertá, l'amore e la sua compenetrazione in Cristo sono il messaggio più grande che ha lasciato al mondo. nel 1939, il papa Pio XII proclamo’ san Francesco patrono d'Italia.

La basilica di San Francesco è composta di due chiese, una sopra l'altra; la chiesa inferiore ha un bellissimo portale. La facciata è coperta  di marmi. l'interno è decorato con opere di Giovanni Cimabue, (celebre pittore, maestro di Giotto), opere di Giotto, Simone Martini e Lorenzetti. si tratta di una sola navata, con cappelle laterali, (San Martino, San Antonio, Santa Caterina, San Sebastiano). anche possiamo trovare opere come "la natività", "la fuga in Egitto", (di Giotto), "Santa Chiara" e "la Madonna in trono" (di Cimabue).
La chiesa superiore, ha una sola navata, di stile gotico, con importanti opere di giotto sulla vita del santo, (come "la predica agli uccelli" e "il miracolo della sorgente").  Si puó anche apprezzare le chiese di Santo Stefano, Santa Chiara, San Ruffino e Santa Maria degli Angeli.
Dopo aver letto la vita di San Francesco, non ci deve sembrare strano che la massima autorità della chiesa cattolica abbia preso il nome di Francesco al salire al soglio pontificio.

martedì 15 ottobre 2013

L'attrice teatrale Monica Bucciantini visita l'ISTITUTO EUROPEO



 di Ilaria Gelichi



1. Monica parlaci della tua compagnia teatrale

Attualmente dirigo la compagnia teatrale “The Brads” a Prato Si tratta della terza compagnia che ricreo. Con quella precedente abbiamo avuto molto successo e la possibilità di girare il mondo, poi i componenti hanno preso strade diverse e la compagnia si è sciolta. Adesso sto ricostruendo una nuova compagnia. I primi aderenti sono un pittore, un musicista jazz ed una ragazza che fa danza e che ama lavorare con i bambini. Io prediligo costruire compagnie con attori non professionisti e mi piace molto l’idea di collaborare con persone diverse che hanno lo stesso obiettivo, cioè fare teatro. Io praticamente sono nata attrice: ho iniziato a 9 anni (adesso ne ho 50) ed è l’unica cosa che mi è sempre piaciuto fare.

2. Secondo te, come mai è così difficile trovare fondi per fare teatro?

E’ facile per i “grandi nomi”, i grandi teatri “pubblici” trovano finanziamenti. Ma per i privati non ci sono investimenti.

3. C’è una crisi di contenuti nel teatro?

Non penso, anzi direi che forse ci sono troppi contenuti. C’è troppa gente che vuole fare teatro e si improvvisa attore. Per fare teatro bisogna essere portati, non si può dire di sì a tutti. Ci vuole talento, passione ma anche spirito di sacrificio; se non si hanno queste tre qualità, secondo me è meglio dedicarsi ad altro. Sento il bisogno di vedere in giro meno dilettanti e più grandi maestri…

4. Chi sono stati i tuoi grandi maestri?

Sicuramente il regista Massimo Castri e Carmelo Bene, con cui ho avuto la fortuna di poter lavorare. Ma anche il regista Giancarlo Cobelli. La scuola vera però è stata poter incontrare e lavorare con tante persone diverse.

5. Puoi raccontarci qualcosa della tua esperienza in Russia?

Ho frequentato l’Accademia di arte drammatica russa ed ho avuto l’onore di lavorare con Nikolaj Karpov. All’epoca avevo il vizio di atteggiarmi a diva e lui per insegnarmi l’umiltà mi fece stare per 3 mesi seduta solo a guardare. Quello che mi ha colpito di più dei russi è la loro grande dedizione, come se il teatro fosse l’unica scelta di vita possibile. Prima della caduta del muro di Berlino, i genitori mandavano i propri figli a studiare all’Accademia perché lì potevano stare al caldo e mangiare tutti i giorni. L’arte era vista come un modo per riscattarsi dalla povertà; oggigiorno invece tutti vogliono fare spettacolo, magari senza una vera e propria passione e con il minimo di preparazione.

6. Qual è secondo te il livello di qualità di attori e registi italiani?

Dipende dai casi, ma in generale non molto alta. Ritengo che alcuni abbiano grande talento, come ad esempio Toni Servillo. L’Italia sta diventando una specie di grande “fumettone”: in generale, penso che si debba pensare meno alla produzione (soprattutto televisiva) e di più alla formazione. Dovrebbe essere possibile poter studiare in ogni teatro. Ogni teatro dovrebbe diventare il punto di incontro, di studio e di formazione di ciascun attore che ne facesse richiesta. Solo così la qualità della recitazione e della regia in Italia potrebbe crescere.

7. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Al momento mi hanno assegnato 100 ore di formazione a ragazzi “difficili”, che hanno voluto smettere di studiare. Oltre a due/tre materie di base, come matematica, italiano, ecc., gli viene insegnato un mestiere – cuoco, elettricista, muratore, ma c’è spazio anche per il teatro. Sono convinta che tra loro troverò qualche talento. Poi ho in mente di lavorare anche con gli anziani. E naturalmente rifondare al meglio la mia nuova compagnia, che si sta ricreando per la terza volta. Vorrei farla diventare come una famiglia, sullo stampo delle compagnie teatrali del XVI e XVII secolo.

8. Che consiglio daresti ad un giovane che vuole fare teatro?

Bisogna essere molto convinti delle proprie idee e pensare che si sta per intraprendere una specie di viaggio. E’ necessario essere curiosi e conoscere tante persone, perché si impara attraverso gli altri. In una società guidata dalla regola del tutto e subito, bisogna contrapporre la via del desiderio e della pazienza. E’ un percorso lungo e bisogna crederci. Un altro appunto è che è meglio fare una cosa sola e farla bene, che farne troppe tutte insieme perché alla fine i risultati sono peggiori!

CLET ABRAHAM, un artista contro le autorità



Clet Abraham

 di Ilaria Gelichi




1. Ci parli un po’ di lei. Dato che è francese, come mai ha scelto di risiedere proprio Firenze?

Non è stata una vera e propria scelta, diciamo piuttosto una casualità. Sono passato prima per Roma e poi per Arezzo, dove attualmente vive mio figlio. Volevo vivere in una città abbastanza grande ma che fosse anche vicina a mio figlio e quindi la scelta è caduta su Firenze. Anche il quartiere che ho scelto per il mio studio, S. Niccolò, è stata una scelta casuale. Ci sono passato, mi ci sono sentito a mio agio ed ho deciso di rimanerci.

2. Com’è nata l’idea di modificare con degli stickers i cartelli stradali?

Come tutte le idee, anche quella di modificare i cartelli nasce da un percorso. Mi definisco principalmente come disegnatore e mi piace comunicare attraverso il disegno. Il cartello è la sintesi della comunicazione, visualmente è il simbolo per eccellenza. Ho voluto provare ad usare il linguaggio dei cartelli e la stilistica è nata direttamente da essi; quindi l’idea è nata dal cartello.

3. Quale messaggio vuole trasmettere con i suoi stickers?

Il messaggio è mettere in discussione il principio di obbedienza. Non siamo qui per obbedire, altrimenti non avremmo il cervello. Non sopporto chi dice “se ci sono delle regole bisogna rispettarle”: questo per me non vuol dire nulla, significa non ragionare con la propria testa.

4. In definitiva, cosa fa Clet? Può definirsi un artista militante?

Sì, in effetti. Clet come carattere è ribelle, ma anche un po’ filosofo. Non fa solo stickers per i cartelli stradali, ma anche arte sotto altre forme: la scultura, ad esempio. Cerco di fare altre cose per non vincolarmi solo ai cartelli stradali. Fa tutto parte di un percorso filosofico e di ricerca, su come far evolvere la società verso la libertà. Potrei definirmi quindi anche un artista concettuale.

5. C’è differenza tra essere un artista a Firenze ed esserlo in Francia? Quali sono le difficoltà?

Non c’è differenza tra lavorare a Firenze o in Francia. Trovo che Firenze sia una città che dorme: forse ho riscosso tanto successo qui proprio per questo motivo, c’è voglia di apertura e di cambiamento. L’idea dei cartelli stradali è nata proprio a Firenze, che nonostante sia una città d’arte e attenta al bello è invasa dai cartelli. Poi ho ampliato il mio “raggio di azione” anche ad altre città italiane e, in qualche caso, all’estero. La difficoltà è sicuramente che il mio lavoro non è riconosciuto come legale dalle istituzioni. Vorrei riuscire ad ufficializzare l’illegalità.

6. Quali sono gli aspetti positivi e negativi del suo lavoro? E quali sono i suoi obiettivi per il futuro?

L’obiettivo principale è cercare sempre nuove idee e non rimanere legato solamente al cartello stradale. Il successo che ho avuto è sicuramente una cosa positiva, perché mi ha portato finalmente una stabilità economica e la possibilità di investire nel lavoro. Adesso viaggio molto e posso costruire sculture anche piuttosto costose. Di aspetti negativi non ce ne sono molti: uno è sicuramente l’invidia degli altri, ma sinceramente non mi interessa. Poi c’è la paura che arrivi un giorno in cui non avrò più nulla da dire, una specie di “blocco dello scrittore”. Sarebbe molto triste ritrovarmi senza contenuto, è un’angoscia che sento in modo molto forte.

7. Se dovesse dare un consiglio ad un ragazzo giovane che vuole diventare artista, cosa gli direbbe?

L’originalità per un artista è fondamentale. Sicuramente gli consiglierei di non adeguarsi mai agli standard se non vengono sentiti come propri, anche se ci si ritrova da soli contro tutti. Chi non molla alla fine ottiene i migliori risultati. Ovviamente ci vuole anche un pizzico di coraggio, quello sì.