martedì 5 ottobre 2010

IL GRANDE CINEMA ALL' ISTITUTO EUROPEO




Un' immagine emblematica  di Silvio Orlando alias Gianni Dubois
 Ricomincia la settimana, ricominciano i consigli del nostro Milan Principe su IL GRANDE CINEMA ALL' ISTITUTO EUROPEO. Iniziamo con  La Passione di Carlo Mazzacurati. 

La Passione
REGIA: Carlo Mazzacurati
ATTORI:
Silvio Orlando (Gianni Dubois)
Giuseppe Battiston (Ramiro)
Corrado Guzzanti (Abbruscati)
Cristiana Capotondi (Flaminia Sbarbato)
Stefania Sandrelli (Sindachessa)
Kasia Smutniak (Caterina)
Maria Paiato (Helga)
Marco Messeri (Del Ghianda)
Giovanni Mascherini (Jonathan)
Fausto Russo Alesi (Pippo)
SCENEGGIATURA:
Carlo Mazzacurati
Umberto Contarello
Doriana Leondeff
Marco Pettenello
GENERE: commedia/drammatico/ironico
DURATA: 105′


Quando il film è incominciato mi venivano alla mente dubbi come: che film è questo? Una pizza? Non lo so. Un film surreale? Non lo so. Una commedia? Non lo so. Uno sceneggiato televisivo? Forse. Un blob come quello sulla Rai3? Forse. Un film comico? Sì. La comicità c’è: un po’ alla Nuti, un po’ alla Pieraccioni, un po’ alla Ceccherini. C’è la comicità della Toscana becera ma c’è anche quella ironica e raffinata di Comencini in Pinocchio. C’è difatti anche il Gatto & la Volpe (Stefania Sandrelli, la sindachessa di Fiorano e Marco Messeri che è Del Ghianda, l’assessore) che costringeranno il povero Gianni Dubois (Silvio Orlando) a dirigere La Passione, una sacra rappresentazione paesana del Venerdì Santo. Il povero Dubois, sarà costretto ad accettare il ricatto per evitare una denuncia per incuria nei lavori di manutenzione nel suo appartamento di Fiorano, paesino della Toscana. Il Gatto e la Volpe infatti lo minacciano di denuncia alle Belle Arti perché la perdita di un vecchio tubo del suo appartamento ha danneggiato un affresco del Cinquecento nella chiesa adiacente. Dubois si vede, obtortissimo collo, costretto ad accettare nonostante tutti i suoi problemi personali: è un regista in crisi che nonostante i bei film realizzati nel passato è ormai cinque anni che non produce più nulla. E’ in cerca di un nuovo soggetto, sotto la minaccia del produttore di toglierlo dalla lista delle persone che aiuta finanziariamente. Ma il soggetto a Dubois non viene e lui comincia a sentirsi finito, come regista.
E’ un film comico finalmente, perché c’è anche Fantozzi: Silvio Orlando alias Dubois. C’è pure un po’ di Nanni Moretti di “Bianca” nelle scene in cui Dubois (Silvio Orlando) spia una coppia dalla finestra del suo appartamento.
Ma c’è anche Tim Burton! Un Tim Burton sputato nelle scene alla stazione quando arriva Abbruscati - Corrado Guzzanti - l’attore preso in prestito dal servizio meteorologico per la sua capacita straordinaria di imparare i testi a memoria in pochissimo tempo. Urge trovare un attore per personificare Gesù capace di imparare il testo in poche ore.
Comunque il film fa ridere e questo è importante. Ha delle buone trovate. Come quella dell’unico posto in cui è possibile fare telefonate dal cellulare, o quella di dettare il copione de La Passione ad una scolaresca perché in tutto il paese non c’è una fotocopiatrice che funzioni.
E’ dunque un film comico a multistrati, dai molti stili fusi insieme dalla comicità, che tiene insieme il tutto, che altrimenti sarebbe slegato.
Preoccupante è però Silvio Orlando. Non che Silvio Orlando non sia bravo in questo film. E’ bravissimo e solo Giuseppe Battiston, Ramiro nel film, lo batte in bravura (senz’altro il miglior film di questo attore dalle molte sfaccettature). Solo che vedo Silvio Orlando in un declino costante del suo personaggio. Negli ultimi anni i suoi ruoli sono passati dal bonaccione, confusionario, impacciato, idealista ed ingenuo piano piano a quello di inetto, e lì pare si stia ormai sclerotizzando. Da “Genitori e figli agitare bene prima dell’uso” di Veronesi, dove l’inetto aveva ancora risvolti di un padre troppo buono ed idealista si passa all’inetto totale di La Passione.
E’ forse Silvio Orlando incapace di altri ruoli? O l’impietosa industria cinematografica, con l’avanzare della sua età lo ha relegato a questo ruolo?
Non lo so, ma incomincio a chiedermelo.
Buono il finale.
Comunque il film merita il prezzo del biglietto.


Milan Principe